Stefanina del Lino
LA PORTA APERTA

IO SONO LA PORTA
Gv 10,9
Le parole che Gesù un giorno mi disse: "Non si deve pensare che Dio sia un fesso, si riferiscono a quanto segue:
Come possono le persone credere davvero nella transustanziazione — cioè che il pane diventi Corpo di Cristo — se durante le omelie non si proclama più con chiarezza che Egli è risorto dai morti?
La Risurrezione è il cuore della fede cristiana: senza di essa, l’Eucaristia diventa solo un rito svuotato di vita.
Dio permette tante manifestazioni di Maria nel mondo. Lei, la Madre, ci ricorda che l’eternità esiste, che la vita non finisce con la morte, che Cristo è vivo.
A conferma delle parole di Gesù troviamo le parole di vari Pontefici:
San Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia (2003): “Nell’Eucaristia noi annunciamo non solo la morte del Signore ma proclamiamo anche la sua Risurrezione, nell’attesa della sua venuta.”
Ricorda che la presenza reale nell’Ostia consacrata non si comprende se non alla luce del Cristo vivo, risorto.
Papa Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis (2007):
“La celebrazione eucaristica è intrinsecamente orientata alla Risurrezione e all’incontro definitivo con il Signore glorioso.”
Senza questo annuncio, il mistero rischia di ridursi a rito o simbolo. (...) “L’Eucaristia non è un ricordo di un morto, ma la comunione con il Vivente.”
Papa Francesco, Omelia di Pasqua 2020: “Se il Signore non fosse risorto, non ci sarebbe l’Eucaristia: sarebbe solo pane. Ma Lui è vivo e presente.”
Questa è la radice e il centro del Cristianesimo: un cuore pulsante, vivo, eterno. .La Chiesa di Gesù.
E' RITORNATO PER RICORDARCI CHE SIAMO FIGLI NELLA SUA ALLEANZA
Eucaristia e Cristo Sposo
Ho già evidenziato nella Pagina Home, come in queste manifestazioni è centrale il concetto di Dio-Sposo del Suo Popolo.
Troviamo uno stretto collegamento alla S. Eucarestia.
-
L’Eucaristia non è solo “nutrimento spirituale”, ma è atto nuziale: Cristo, lo Sposo, dona se stesso alla sua Sposa, la Chiesa.
-
Nella Messa, specialmente nella Comunione, si realizza questa unione sponsale: Cristo si dona interamente, come ogni vero sposo che ama fino alla fine.
Ancora il Magistero dei Papi.
-
San Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia (2003):
“L’Eucaristia è il sacramento dello Sposo e della Sposa. L’Eucaristia consolida e rinnova incessantemente l’alleanza sponsale di Cristo con la Chiesa.”
-
Papa Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis (2007):
“L’Eucaristia, in quanto sacramento dell’amore sponsale, richiama le nozze dell’Agnello (Ap 19,7-9). In essa si rende presente il dono sponsale che Cristo ha fatto una volta per tutte alla sua Chiesa sulla Croce.”
LA COMPONENTE ESSENZIALE DI QUESTE MANIFESTAZIONI: CRISTO SPOSO
Una prospettiva fondamentale per comprendere queste manifestazioni è il paradigma di Dio come Sposo. La Sacra Scrittura descrive Gesù Cristo come lo Sposo che si è unito alla Chiesa, Sua sposa, in un legame eterno e indissolubile, attingendo dalla prospettiva veterotestamentaria.
Attraverso la Sua morte e risurrezione, Gesù ha sigillato una Nuova Alleanza tra Dio e l'umanità; ora evidentemente, è sorta la necessità divina di dimostrare in modo tangibile questo sposalizio.
Ciò si è realizzato quando Gesù mi ha "sposato" nel periodo delle menzionate apparizioni, a simboleggiare la continuità e l'incarnazione della profonda dimensione del suo amore per l'umanità.
Metafora di un'unione spirituale profonda e duratura con Cristo.
Ciò suggerisce che l'amore di Dio per l'umanità è incrollabile e fedele, ha il suo apice con il sacrificio di Gesù sulla Croce.
Dio come Sposo diviene (per meglio dire, ci ricorda) un potente promemoria sulla natura duratura dell'amore e dell'impegno di Dio, verso l'umanità. Sottolinea inoltre l'importanza dell'amore e del rispetto reciproci.
In questo periodo particolare, Egli desidera instaurare una devozione verso di Lui, ricordandoci i titoli di Sposo Fedele e Padre Amorevole.
Dio è venuto per difendere i suoi figli, che rappresentano l'essenza stessa della Creazione, quell'uomo che ha avuto inizio nel grembo materno. Fin dal concepimento, Dio ci ama e ci protegge, desiderando una relazione intima e profonda con ciascuno di noi.
La relazione tra Dio e l’umanità è spesso descritta in termini di amore, alleanza e intimità ora, Gesù, come Sposo-Padre ci offre ancora il suo aiuto dimostrando un amore profondo e sacrificale. Questo legame sponsale, ribadisco, è un tema centrale nelle Sacre Scritture e nella teologia cristiana.
VERO UOMO, ETEROSESSUALE
La situazione in ambito di coppia uomo donna è oggi, senza precedenti e sta raggiungendo livelli allarmanti. Tragici omicidi perpetrati ormai quotidianamente da uomini, compagni, mariti, spiegando il motivo del ritorno di Cristo realizzato in una scuola dove troviamo un'altra situazione esplosiva: La difficoltà giovanile di oggi.
La domanda che ci poniamo è: Se Cristo è tornato per lanciare questo allarme, significa che la situazione è veramente grave? La risposta è evidente e conferma la veridicità di queste manifestazioni, spiegandone il motivo. Dio attraverso la Sua onnipotenza, ha compreso anticipatamente l'impotenza dei soli mezzi umani, la situazione richiede un intervento divino e allora, tutto cambia e, deve cambiare.
L'onnipotenza di Dio ha previsto questa epoca di tragedie e, nella Sua infinita saggezza, non ha atteso di vederla compiersi, ma ha preso l'iniziativa. La Sua presenza è una conferma che Dio è amore. Ma c'è di più: Gesù ha vissuto in un modo che testimonia la Sua umanità, sacrificando il legame con una donna, come era consueto nel Suo tempo, poiché chi non aveva discendenza non era considerato benedetto. Come Figlio di Dio, Egli non poteva generare biologicamente, ma ciò non implica che non avesse un genuino interesse per il genere femminile (esposto in maniera approfondita nel libro "Chi è John?").
Gesù è quindi eterosessuale per una motivazione molto profonda, Egli, essendo in perfetta armonia con la volontà del Padre, non potrebbe contraddire il disegno originale della creazione, che include la complementarietà tra uomo e donna. Questo punto si rifà al racconto della Genesi, dove Dio crea l'uomo e la donna per essere uniti e moltiplicarsi.
La Sua vita e i Suoi insegnamenti hanno dato origine a una teologia che abbraccia la femminilità, come dimostrano i vari episodi nei Vangeli. Pensiamo alla donna che asciuga i Suoi piedi con i capelli, o all'emorroissa che, con fede, si avvicina a Lui. Nei secoli, Cristo è spesso apparso a molte donne, e i loro dialoghi sono diventati grandi capolavori di mistica, ricchi di frasi d'amore. Come ho evidenziato nel mio libro, l'amore che queste donne provano per Lui è simile a quello che ogni donna, fidanzata o moglie, nutre per il proprio partner.
Io stessa ho vissuto un incontro profondo con Cristo, una unione sposale e ricordo i baci reali. L'amore che provo per Lui è simile a quello di una donna rimasta vedova del primo marito. Oggi, più che mai, l'intenzione di Cristo inclusa in queste manifestazioni, è quella di annunciare di essersi sposato, confermando il contenuto del Cantico dei Cantici, dove l'amore divino e umano si intrecciano in un abbraccio eterno, sottolineando la Sua eterosessualità.
Serve un luogo che diventi faro di speranza e un catalizzatore per la rinascita dell'istituzione familiare, un polo voluto da Dio stesso per riunire tutte le forze sotto la sua protezione.
E' necessario unire le nostre forze e preghiere, affinché il miracolo del riconoscimento delle apparizioni per il bene di tutta la società, si realizzi.
È fondamentale che il Santo Padre riconosca l'urgenza di questa situazione, un campanello che "sveglierà" (quante più possibili) coscienze.
La presenza di Cristo era e è un segnale di pericolo imminente per quello che ripeto, per Dio, è a fondamento della Creazione Divina: La coppia uomo donna, famiglia naturale.
_edited.jpg)
L'immagine presentata riveste un significato profondo. Gesù apparve in tale abbigliamento quando decise di unirsi a me in matrimonio.
Sulla fronte portava un diadema, possiamo leggervi un collegamento probabile al passo "i suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui." Ap. 19,12).
Cerchiamo di capire meglio.
Il versetto ci mostra Gesù Re glorioso che giudica con sguardo infuocato e verità assoluta, che porta sulle sue corone la pienezza del potere regale e che custodisce in sé un mistero divino non del tutto rivelato, a ricordarci che Dio resta più grande di ciò che comprendiamo.
1. «I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco»
-
Gli occhi di fuoco richiamano lo sguardo penetrante di Cristo: niente gli è nascosto, vede nel profondo del cuore, scruta e giudica con giustizia.
-
È un’immagine già presente in Ap 1:14 (Cristo glorificato nella visione di Giovanni) e indica purezza, potenza e conoscenza perfetta.
-
Significa che il suo giudizio non si lascia ingannare dalle apparenze: Egli vede tutto con chiarezza e ardore.
2. «Ha sul suo capo molti diademi»
-
Il diadema è la corona regale, simbolo di autorità e vittoria.
-
Il fatto che ne abbia molti significa che Cristo ha il dominio universale, non solo su una nazione o un popolo, ma sull’intero cosmo.
-
È l’opposto della bestia (Ap 13:1), che porta dieci diademi come imitazione del vero Re. Qui Cristo è presentato come il Re assoluto, il Sovrano dei sovrani.
3. Il versetto continua dicendo che Egli porta scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.
-
Il nome nella Bibbia indica identità e missione.
-
Un nome segreto sottolinea il mistero di Cristo: pur rivelato, resta oltre la piena comprensione umana.
-
Questo “nome” che solo Lui conosce rimanda alla sua unicità e al suo rapporto insondabile col Padre.
-
Alcuni Padri della Chiesa dicevano: il nome segreto indica che l’essenza di Dio rimane inconoscibile e trascendente, pur rivelandosi a noi.
Ora, è il Re dei Re, a cui il Padre ha affidato il Regno dei Cieli.
Come mi ha rivelato Lui stesso, e spiegato sopra, persiste il concetto di Dio come Sposo del suo popolo. (La vicenda è raccontata nel libro "Chi è John?").

GESU' HA VOLUTO SPOSARMI SUBITO NONOSTANTE IO FOSSI LONTANA DA LUI

IL PASSO SUCESSIVO:
LA DONNA VESTITA DI SOLE
CAPITOLO 12 APOCALISSE

Il bambino è rapito in alto, verso il trono di Dio: dunque, sembrerebbe, partorito in terra.
IL BAMBINO E LA SUA PROTEZIONE
La donna compare nel cielo e sta partorendo, il drago dinanzi a lei, cerca di divorare il bambino, senza riuscire.
La donna partorisce un figlio maschio destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro. Il neonato viene prontamente rapito e portato al trono di Dio per ricevere protezione, mentre la donna fugge nel deserto, (...).
Gesù stesso mi ha rivelato la giusta interpretazione di questa visione:
La donna rappresenta la Chiesa, di cui Cristo è lo Sposo .Questa importante precisazione pone le basi per il titolo di "Cristo Sposo" menzionato più volte.
Il racconto è contenuto nel libro "Chi è John?" e nei successivi ebook complementari di approfondimento.
L'immagine sopra, che ho riprodotto, chiarisce la dinamica celeste:
La "donna vestita di sole" rappresenta la Chiesa, sposa mistica di Cristo, che genera nuovi figli per Dio attraverso il Battesimo. Allo stesso tempo, Maria (alla destra di Cristo), assume un ruolo di "nonna" nella genealogia spirituale, in quanto madre del Redentore e figura di intercessione per i credenti.
Quindi il figlio non può essere Cristo ma quella umanità che Cristo attraverso il "matrimonio" con la sposa-Chiesa, genera a Dio Padre.
Il drago, simbolo del male e dell'opposizione a Dio, cerca di divorare il bambino appena nato, ma viene sconfitto dall'intervento divino; la vittoria definitiva sull'opposizione del male appartiene a Dio stesso, che si rivela pienamente in Gesù Cristo.
In conclusione, le apparizioni relative alla scuola, evidenziano chiaramente la dinamica sin qui descritta e insita nella Sacra Scrittura, ovvero come Dio interferisca nella storia della Salvezza, per amore, specie in considerazione della situazione planetaria attuale e soprattutto per il suo sacrificio e la sua resurrezione.
In questo contesto si realizza il mistero della Salvezza, in cui la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, presenta costantemente il Figlio al Padre che, a sua volta, presenta suo "figlio" al Padre, sintetizzando l'espressione "figli nel Figlio" di S. Paolo.
Questa frase in altre parole, permette ai fedeli di essere generati alla vita eterna; diventiamo figli di Dio tramite il legame con Gesù Cristo.
A conferma di quanto Gesù mi ha trasmesso troviamo lo stesso Libro dell'Apocalisse, infatti al versetto 17 recita: "Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e portano la testimonianza di Gesù".
Questo passaggio indica che il male, rappresentato dal diavolo, non riesce a sconfiggere Gesù, quindi si concentra sulla persecuzione dei veri seguaci di Cristo, i quali sono considerati i figli di Cristo . Questi sono coloro che obbediscono ai comandamenti di Dio e diffondono la testimonianza di Gesù, diventando così i figli generati dalla Chiesa-sposa e protetti da Gesù sin dalla loro nascita. Tuttavia, non si limitano solo a loro, poiché comprendono tutti coloro che Cristo cerca costantemente di salvare, anche attraverso le manifestazioni soprannaturali dove si invita alla battaglia spirituale che, ogni credente, oppure ogni persona nella disperazione, sofferenza e via dicendo, deve affrontare nel mondo; un avvertimento a rimanere saldi nella fede e nell'obbedienza a Dio, in particolare attraverso la fiduciosa preghiera (assieme ai sacramenti, attenzioni misericordiose e via dicendo), nonostante le opposizioni e le persecuzioni del maligno.
Allo stesso tempo, ci ricorda che il male, appunto, è già stato sconfitto da Cristo e che la vittoria finale appartiene a coloro che perseverano nella fedeltà; sono figli tra le braccia di Cristo-Sposo, continuatore della teologia insita in tutta la Bibbia.
Da ultimo ma non di importanza, le Sacre Scritture affermano che l'umanità è stata creata "a immagine e somiglianza di Dio" conferendo a ogni vita un valore intrinseco e una dignità unica. Questa verità sottolinea l'importanza di non sopprimere la vita nel grembo materno, ma di accoglierla come un dono prezioso da Dio.
In sintesi, le Scritture ci ricordano che la famiglia e la procreazione sono benedizioni divine, e che ogni vita umana è sacra, poiché siamo creati per una felicità eterna come figli di Dio.
Gesù, diventando "Padre", rafforza il titolo assegnato alla figura di Dio Padre (di Cristo e dell'umantià) di cui il Figlio diventa erede, sia la continuità del progetto divino della Creazione e appunto l'importanza della tutela della vita.
Nel mio libro si comprende chiaramente come Gesù abbia presentato al Padre il Figlio; Il Padre è inoltre, il mandante di tutto.



